Trento, anni 70, via Mantova. Gara
ciclistica amatoriale, circuito cittadino.
Gruppo di ciclisti in corsa. Sullo sfondo
Liceo classico Giovanni Prati
Trento, stadio Briamasco, primi anni '40.
Gara di corsa (mezzo fondo). Ottone (Bill)
Cestari arriva al traguardo vittorioso,
giudici di gara a dx. foto Enrico Pedrotti
Asiago, inverno 1941-1942. Atleti trentini
della squadra "GIL Trento" di staffetta 4x10
km sci di fondo maschile ai Campionati
italiani in posa. |
Archivio fotografico del giornalista Ottone
"Bill" Cestari. Cestari nasce in una vecchia
casa di Cognola nel giugno 1920. Da
adolescente, mentre studia per diventare
perito tecnico industriale, inizia a
praticare con passione l'atletica leggera.
Consegue ottimi risultati sportivi, anche a
livello nazionale, nelle specialità dei 3000
siepi, della corsa campestre e nei 1500
metri piani. La carriera agonistica è
interrotta a causa del servizio militare,
nel 1943, come ufficiale di artiglieria
alpina. Purtroppo la guerra gli farà
conoscere anche il calvario della prigionia, in diversi lager fra Polonia,
Ucraina e Germania.
Rientrato in Italia alla fine del conflitto
trova impiego presso l'Ufficio Tecnico del
Comune di Trento dove si occupa
principalmente della realizzazione e della
manutenzione degli impianti sportivi della
città. Inizia poi la sua opera di
giornalista presso il quotidiano "Alto Adige",
dove viene chiamato dall'amico Moggio.
Collaborerà presso la redazione di
Trento per 54 anni. Si interessa di molte
discipline sportive ed in particolare di
ciclismo, sci, atletica leggera, sport per i
quali svolge numerosi servizi come "inviato"
su avvenimenti di grande risonanza
internazionale. Offre la sua collaborazione
anche a diverse riviste specializzate ed è
parte attiva del Gruppo Giornalisti Sportivi
del Trentino, del quale è presidente nel
biennio 75-76.
Si cimenta anche come scrittore dando alle
stampe una decina di pubblicazioni con
l'obiettivo di ricostruire la storia degli
sport più diffusi nel Trentino, quali il
ciclismo, lo sci, l'atletica leggera ma
anche degli sport popolari come il
tamburello e la pallocina. Marito dal
1951 di Jole Casagrande, ha avuto due figli:
Sandro e Ivo. Nella sua carriera
giornalistico - sportiva gli sono stati
attribuiti diversi premi e riconoscimenti.
Nel 1996 il Comune di Trento lo ha insignito
delle onorificenze del "Sigillo della
città
e dell'"Aquila di San Venceslao".
E' morto a Trento il 15 luglio 2007
lasciando un archivio di migliaia di
articoli e di scatti fotografici che
testimoniano oltre mezzo secolo di
avvenimenti sportivi trentini. Gli scatti
fotografici, dopo un riordino sostenuto
dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento
e curato dalla Cooperativa Arcadia,
sono stati donati, dagli eredi, alla
Fondazione Museo Storico del Trentino,
come materiali di ricerca.
La Cassa Rurale di Trento è orgogliosa di
presentare in questo calendario 2017 una
selezione di foto tratte da tale archivio
che raccontano, per immagini, mezzo secolo
della storia avvincente dello sport trentino.
Si ringraziano gli Archivi Fotografici di
Giuseppe Grosselli, Rodolfo Rensi, Enrico
Pedrotti, Dino Panato.
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