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L'ADIGE E LA CITTA' DI TRENTOright

a Trento

IL FIUME'ADIGE

http://www.frammentiarte.it/dal%20Gotico/Durer%20opere/3%20Durer%20-%20Veduta%20di%20Trento.jpg

Albrecht Dürer: Veduta di Trento

 

Anche se non si presenta più ai viaggiatori che scendono dal nord quale il Durer volle ricordarla in un famoso acquerello, Trento deve una parte della sua vita e della sua storia all'Adige che ora le scorre lontano e quasi appartato nella valle, mentre allora giungeva largo e sonoro fino alla lunga schiera delle case, che gli si opponevano stendendosi dagli spalti del Buonconsiglio alla torre Vanga, e poi girava dietro quest'ultima quasi ad abbracciare la città. Questa veduta era possibile fino al secolo scorso quando le acque del fiume vennero derivate e la nuova canalizzazione, abbreviata e rettificata, non meno del tracciato della ferrovia e dell'autostrada che ne sostituirono i compiti, ci fece dimenticare che fin dalla preistoria e per molti secoli l'Adige era stato navigabile fino a quassù e che le sue acque costituirono una delle principali vie di popolamento e di commercio dell'intera catena alpina. Il suo corso che allora serpeggiava sinuoso

 

Il fiume Adige visto da Sardagna

nella valle, tra acquitrini e basse spiagge e gore dove la corrente passava più rapida, si prestava ad un esperto battegliere per essere risalito, tessendo un percorso invisibile che approfittava di zone ove le acque sostavano od erano meno violente e affrontando, con tutte le precauzioni, la corrente principale solo nei punti dove era assolutamente necessario. Ben diversa era naturalmente la discesa verso valle. Allora il problema  era proprio quello di stare a cavallo dei flutti più rapidi ed evitare con accorte manovre di insabbiarsi nei fondali più bassi e di deviare verso meandri più tranquilli e senza uscita. Non occorreva più l'astuzia adoperata per risalire il fiume, bastava mettersi all'unisono con la sua forza scoperta. Era allora l'epopea di sempre di chi scendeva verso la pianura, verso il richiamo di un clima più mite, di un cielo sempre più aperto, accompagnato da montagne sempre più basse, da valli il cui abbraccio appariva sempre più passeggero, verso l'ancora lontana ma tuttavia prevedibile evasione dal grembo delle Alpi. Ciò significava anche l'evasione dall'inverno, l'evasione dal nord e l'arrivo a quella magica regione di ogni speranza e di ogni incanto che era, ed è ancora per molti, l'Italia........

 

continua>>>

 

 

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