a Trento IL FIUME'ADIGE
Albrecht Dürer: Veduta di Trento
Anche se non si presenta più ai
viaggiatori che scendono dal nord quale il Durer volle ricordarla in
un famoso acquerello, Trento deve una parte della sua vita e della
sua storia all'Adige che ora le scorre lontano e quasi appartato
nella valle, mentre allora giungeva largo e sonoro fino alla lunga
schiera delle case, che gli si opponevano stendendosi dagli spalti
del Buonconsiglio alla torre Vanga, e poi girava dietro quest'ultima
quasi ad abbracciare la città. Questa veduta era possibile fino al
secolo scorso quando le acque del fiume vennero derivate e la nuova
canalizzazione, abbreviata e rettificata, non meno del tracciato
della ferrovia e dell'autostrada che ne sostituirono i compiti, ci
fece dimenticare che fin dalla preistoria e per molti secoli l'Adige
era stato navigabile fino a quassù e che le sue acque costituirono
una delle principali vie di popolamento e di commercio dell'intera
catena alpina. Il suo corso che allora serpeggiava sinuoso
Il
fiume Adige visto da Sardagna
nella valle, tra acquitrini
e basse spiagge e gore dove la corrente passava più rapida, si
prestava ad un esperto battegliere per essere risalito, tessendo un
percorso invisibile che approfittava di zone ove le acque sostavano
od erano meno violente e affrontando, con tutte le precauzioni, la
corrente principale solo nei punti dove era assolutamente
necessario. Ben diversa era naturalmente la discesa verso valle.
Allora il problema era proprio quello di stare a cavallo dei
flutti più rapidi ed evitare con accorte manovre di insabbiarsi nei
fondali più bassi e di deviare verso meandri più tranquilli e senza
uscita. Non occorreva più l'astuzia adoperata per risalire il fiume,
bastava mettersi all'unisono con la sua forza scoperta. Era allora
l'epopea di sempre di chi scendeva verso la pianura, verso il
richiamo di un clima più mite, di un cielo sempre più aperto,
accompagnato da montagne sempre più basse, da valli il cui
abbraccio appariva sempre più passeggero, verso l'ancora lontana ma
tuttavia prevedibile evasione dal grembo delle Alpi. Ciò significava
anche l'evasione dall'inverno, l'evasione dal nord e l'arrivo a
quella magica regione di ogni speranza e di ogni incanto che era, ed
è ancora per molti, l'Italia........
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