a
Trento
IL
PALAZZO GEREMIA
In
via Belenzani troviamo il Palazzo Pona - Geremia.
Originari del veronese i Pona si inurbarono a Trento nella
seconda metà del Quattrocento. Dal soprannome <<Geremia>> di Giovanni Antonio il figlio maggiore
dei primi Pona immigrati, il ramo trentino derivò il
nuovo cognome che rimane ancor oggi a individuare il loro
palazzo. Il primo e il secondo piano del palazzo,
pressocchè identici, presentano ciascuno due coppie di
monofore separate da una qudrifora. Unica differenza la
presenza di un balconcino sotto un elemento
della
quadrifora del primo piano. Al piano terra divisi dal
ricco portale ad arco, v'erano in origine due terzetti di
finestre gemelle. rettangolari chiuse da pesanti grate di
ferro. Del portale sono da notare lo stemma Pona nel
concio di chiave. La facciata non è perfettamente
simmetrica, in particolare lo sono vistosamente gli spazi
compresi fra la coppia di monofore di destra e quelle di
sinistra. I grandi quadri affrescati rappresentano diversi
eoisodi di storia recente o passate, ma comunque legati a
Giovanni Antonio Pona Geremia. Iniziando da sinistra al
secondo piano i due episodi dell'accoglienza a
Massimiliano e le due scene di Massimiliano in
conversazione con i maggiorenti della città sotto una
finta loggia. Massimiliano, allevato nel culto un po
ossessivo della sacralità imperiale, pensò ben presto di
ripercorrere quel cammino italiano che tanti suoi
predecessori avevano intrapreso, di scegliere la strada
della consacrazione del proprio titolo che, per
tradizione, solo il pontefice romano era nella facoltà di
sancire.
Al
primo piano il convegno dei notabili con l'allegorica
immagine di Giorgio di Pietrapia ( von Ebenstein ) che
strozza il leone di San Marco, i sacrifici di Marco Curzio
( o si tratta di un Giulio Cesare a cavallo, come ritiene
l'Ilg ? ) e di Muzio Scevola ed infine Lucrezia e
Tarquinio ( che però l'Emert, legge ipoteticamente come
<< il rifiuto di Curio Dentato >> ). Al
pianterreno le sei finestre riducono gli spazi a
disposizione del pittore e la composizione si frammenta.
Sono rilevabili anche alcuni interventi che paiono non
obbedire ad un disegno predeterminato, nonchè delle
aggiunte a posteriori, coprenti il manto originale; una
grande ruota della fortuna, uno stemma Braunschweig, un
Lauzo Guardaportone avvicinabile a quelli di Villa Mangone
e una Madonna in trono fra i Santi Antonio Abate e
Giovanni Battista.
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