a
Trento
Cenni storici
Heininrich Schickhardt, Il
Castello nel 1598
Nel 1027
l’imperatore Corrado II il Salico, donò alla Chiesa di Trento il Comitato
Tridentino, confermando una precedente concessione risalente al 1004 e
all’imperatore Enrico Il; il Trentino divenne così un feudo vescovile
incorporato nel Sacro Romano Impero, e tale rimase fino all’età napoleonica
(1803). Sotto il controllo dell’impero e, in particolare, del Conte del Tirolo e della Casa d’Asburgo, il principe vescovo era signore di un
territorio di cruciale importanza strategica poiché, insieme a quello di
Bressanone, il Principato di Trento garantiva un transito sicuro,
dall’Europa centrale all’Italia, attraverso le Alpi e la Valle dell’Adige. A Trento,
divenuta una roccaforte imperiale, venne costruito su un dosso roccioso,
allora detto
Franz
Hogenberg, veduta di Trento ( 1588 )
del Malconsey”, in prossimità del fiume Adige, il nucleo
originario del Castello, nella prima metà del Duecento; qui si insediò Sodegerio di Tito, nominato podestà nel 1238 da Federico Il di Svevia. Poco
dopo la metà del secolo il Castello divenne sede dei principi vescovi
trentini che, soprattutto dal Trecento al Seicento, vi apportarono
numerose modifiche e ampliamenti, al punto da farne non solo il
maggior complesso monumentale della regione atesina, ma anche una delle più
belle residenze principesche d’Italia, Il Castello conobbe un lungo periodo
di degrado dopo la fine del potere temporale dei vescovi di Trento:
utilizzato come caserma, nel secolo scorso subì pesanti manomissioni. Le
maggiori opere di restauro e ripristino furono realizzate negli anni ‘20 dal
soprintendente Giuseppe Gerola. Già sede del Museo Nazionale, istituito nel
1924, il Buonconsiglio è ora la sede principale del Museo Provinciale
d’Arte. All’interno delle sue mura, in un edificio separato, si trova
inoltre il Museo Trentino del Risorgimento e della Lotta per la Libertà.
Albrecht Durer,
il Castello nel 1495
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